“Salvate Venere” – l’evento dell’Unesco a Napoli riguardo la tutela dei beni culturali

Il giorno 25 Ottobre in occasione dei 50 anni nel ruolo della protezione dei beni culturali dell’Unesco, si è tenuto un evento a Napoli con la conferenza di Francesco Bandarin, che ha illustrato il ruolo dell’UNESCO ma anche vari monumenti culturali o naturalistici salvati o tutelati. L’UNESCO, infatti, conta ben 1154 monumenti tra storici culturali e naturalistici tutelati. Vengono elencati luoghi e monumenti tutelati dal sig. Bandarin, il quale desidera farci viaggiare con le immagini e con la fantasia, facendoci spostare dal Machu Pichu (una delle sette meraviglie del mondo) fino a Xi’an dove troviamo l’esercito di terracotta. Nominata è anche la nostra amata Italia con Venezia e i suoi monumenti, oppure anche la nostra Napoli che presenta la magnificenza della Reggia di Caserta e non solo. Anche patrimoni culturali immateriali o paesaggistici sono tutelati, come ad esempio la Costiera amalfitana oppure il cammino di Santiago di Compostela. Non solo i monumenti, i paesaggi sono tutelati ma anche le tradizioni dei vari luoghi come il flamenco spagnolo o la creatività tradizionale dei pizzaioli napoletani. Lo stesso Francesco Bandarin ci spiega e illustra la convenzione 54 dell’Unesco ovvero la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, un caso molto recente è quello di Kiev in questi ultimi mesi. Francesco Bandarin dopo aver illustrato la storia dell’Unesco e la presentazione dei vari patrimoni, lascia la parola alla dottoressa Daniela Savino, che racconta la convenzione della tutela dei patrimoni che ha l’Unesco da ben 50 anni e che in passato nacque come un modo di “risanare le ferite”. Da remoto interviene anche il Direttore Giuglierini che espone il suo Powerpoint con varie immagini dove illustra la presenza di vari siti archeologici come il Machu Pichu il quale risulta isolato e che quindi non ha una continuità di vita, oppure, Pompei che se anche più vicina al centro città anch’essa non ha una grande continuità di vita, lo stesso vale per i centri urbani moderni come Roma. Dopodichè viene data la parola alla dottoressa Valentina Russo, che parla proprio del documento del’72 ovvero la protezione di dei beni culturali, e di come può aprire le porte ad un aggiornamento alla patrimonializzazione per tutti i beni. Infine viene data parola alla dottoressa Francesca Brancaccio  che con l’esposizione di varie immagini, spiega che potrebbero esserci delle minacce che possono danneggiare i beni culturali, infatti, ha preso in considerazione come bene culturale distrutto da una “minaccia” o comunque da agenti non di tipo naturali il monastero di Santa Chiara situato in quel di Napoli.  L’evento si conclude con il ruolo che ha l’Unesco e che deve, vuole e vorrà continuare per la fruizione e tutela dei beni culturali.

Articolo a cura degli alunni Francesco Bonica e Fabio Guarino della 5^ TB

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